Il diario fu letto il 31 agosto 1923, quando l’Italia di Mussolini procedette all’occupazione di Corfù, in occasione dell’assassinio di cinque membri della Commissione per la demarcazione del confine greco-albanese nel corso della cessione dell’Epiro settentrionale all’Albania nel 1921. Naturalmente , il governo greco dell’epoca sottolineò fin dal primo momento che gli autori erano ladri albanesi, non greci. All’indomani del disastro dell’Asia Minore e mentre la Grecia cercava di “rimettersi in piedi”, Mussolini confermò le sue tendenze espansionistiche.
Il prestigio di Mussolini e la comunicazione verbale ad Atene
Incidente 27Ah L’agosto 1923 sulla strada Ioannina-Cacavia, durante la quale furono uccisi i cinque italiani, “danneggiò” il prestigio di Mussolini, che inviò un messaggio verbale alla Grecia, chiedendo omaggio alla bandiera italiana, e una cerimonia. Una cerimonia commemorativa alla presenza del Consiglio dei ministri, le scuse all’Italia, la partecipazione di un ufficiale italiano alle indagini, la condanna a morte per il colpevole e il pagamento di un risarcimento di 50 milioni di lire.
Il governo greco ha respinto la maggior parte dei termini ritenendoli inaccettabili e ha suggerito che l’Italia risolvesse le sue divergenze nella Società delle Nazioni.
Lo sbarco a Corfù e l’operazione bellica italiana
Mentre i contatti diplomatici erano in pieno svolgimento, Mussolini condusse un’operazione militare e sbarcò a Corfù, che catturò. Gli italiani bombardarono l’isola, uccidendo 15 cuccioli di cervo e ferendo 35 civili. È stato preceduto dal rifiuto dell’ultimatum inviato dalla parte italiana a quella greca per la resa dell’isola.
La protesta internazionale e la decisione della Conferenza degli Ambasciatori
L’operazione militare italiana suscitò forti reazioni nell’opinione pubblica internazionale, mentre la Società delle Nazioni cercava di risolvere le divergenze tra i due paesi. Ma l’Italia ha mantenuto la linea dura. La soluzione del principale problema sorto fu chiesta dalla Conferenza degli Ambasciatori, che obbligò la Grecia a versare all’Italia 50 milioni di lire a titolo di risarcimento, a tenere una commemorazione dei defunti e a procedere alle indagini per individuare il colpevole. A seguito di questo sviluppo, l’Italia decise di evacuare l’isola il 27 settembre 1923.
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