L’ex primo ministro italiano Giuliano Amato in un’intervista ha accusato Francia e Stati Uniti di essere responsabili della tragedia aerea di Ustica.
Ricordiamo che la sera del 27 giugno 1980, un Itavia DC-9, con 81 passeggeri ed equipaggio a bordo, sulla rotta Bologna-Palermo, si schiantò nel Mar Tirreno, nei pressi dell’isola di Ustica. nella Sicilia settentrionale. Nessuno dei passeggeri è sopravvissuto.
Molti esperti italiani hanno ipotizzato che l’incidente del DC-9 sia avvenuto quando due MiG libici, inseguiti da aerei da combattimento americani e francesi, hanno seguito la traiettoria dell’aereo di linea commerciale per evitare di essere rilevati dai loro radar. Sulla base di questo “scenario di guerra”, il DC-9 fu accidentalmente abbattuto o si schiantò contro uno dei MiG della zona.
Quarantatré anni dopo l’incidente aereo, le famiglie delle vittime chiedono ancora verità e giustizia in uno dei peggiori disastri aerei della storia del Paese.
In un’intervista pubblicata dal quotidiano La Repubblica, l’ex primo ministro italiano (1992-1993) avanzò questa teoria, sostenendo che la Francia, con l’aiuto degli Stati Uniti, voleva uccidere l’allora leader libico Muammar Gheddafi, così come aveva fatto il caso durante il suo regno. Si ritiene che fosse in uno dei MiG. Amato, 85 anni, afferma: “La versione più credibile è quella che parla della responsabilità dell’aeronautica francese, in collaborazione con gli americani,” con l’obiettivo di “uccidere Gheddafi”.
Il relitto di un MiG-23 libico fu ritrovato il 18 luglio 1980 sulle montagne della Calabria, alimentando la questione.
Secondo Amato, Bettino Craxi, allora segretario generale del Partito socialista italiano, che si diceva fosse in buoni rapporti con Gheddafi, lo sapeva e lo avvertì che il leader libico sarebbe stato in pericolo se fosse entrato nello spazio aereo italiano.
Nel 2003 Gheddafi accusò gli americani di aver tentato di ucciderlo. Francia e Stati Uniti negano da tempo il coinvolgimento dei loro caccia nella tragedia aerea di Ustica.
Ma ha chiesto al presidente francese Emmanuel Macron di “lavare via la vergogna che grava sulla Francia”, sia dimostrando che queste accuse erano infondate, sia, se confermate, “attraverso scuse sincere all’Italia e alle famiglie delle vittime”.
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