Giacca con collo alla coreana in raso spesso giallo; I pantaloni a sigaretta sono realizzati nello stesso tessuto con cui sono realizzate anche le altissime décolleté, in un colore verde leggermente più acceso; Una lunga collana così preziosa che potrebbe essere finta, un cerchietto come se fosse stato indossato frettolosamente per tenere lontani i capelli arruffati… L’aspetto strano, i colori molto vivaci e il volto unico della signora possono confondere la persona media.
Ma hanno oltre 51.000 follower Account Instagram di WhatMiucciaintitolato “What Miuccia Wore”, che post dopo post descrive in dettaglio la moda della stilista italiana Miuccia Prada, ereditiera, fondatrice, direttrice artistica e incarnazione dell’elegante casa italiana che porta il suo nome.
“Quando hai la forza, non c’è bisogno di urlare.” I fan dell’account, e quindi lo stilista, hanno commentato davanti a questa collezione esposta alla consueta distanza da colei che chiamiamo alternativamente Miuccia o Madame Prada. Come si diceva Yves o Monsieur Saint Laurent. Infatti non avrebbe potuto avere una distanza maggiore di questa 1Lui è A maggio, durante il tradizionale gala del MET Cosplay Institute di New York, celebrità di ogni calibro e personalità della moda sono uscite in abiti spesso casuali in bianco e nero per celebrare una mostra in onore di Karl Lagerfeld. Per Miuccia era giallo e verde. Lo prenderebbe o lo lascerebbe. Imponiamo un codice di abbigliamento a Madame Prada?
Ciò solleva la questione della forza di questa donna milanese, nata Maria Bianchi Prada a Milano settantaquattro anni fa. A giudicare dai risultati finanziari e dal numero di negozi, l’italiana Prada non rientra nella stessa categoria dei suoi concorrenti, le grandi case parigine. Ma se ci limitiamo solo allo stile, è chiaro quanta influenza abbia avuto Madame Prada, che, con il marito Patricio Bertelli, nel 1978, rilevò l’azienda di pelletteria fondata dal nonno e situata nell’elegante Galleria Vittorio. Emanuele II, nel centro di Milano, a due passi dal Duomo.
L’arte della miscelazione
Il designer Raf Simons si è unito a lei per tre anni per ideare le collezioni Prada sia maschili che femminili, e dal 1993 ha sviluppato un’altra linea, chiamata Miu Miu (il soprannome che le era stato dato da bambina). Ma non ci sono dubbi: Prada è Prada. Questo è il suo racconto. Non c’è nessun altro che incarna lo spirito di una casa che si è affermata come simbolo di una certa eleganza, quella del Nord Italia. Da Milano, in questo caso.
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