Gaza: più di due palestinesi vengono uccisi ogni 10 minuti: una morte lenta per la sete

Gli attacchi aerei e di artiglieria israeliani, con i bombardamenti che continuano per l’ottavo giorno, stanno uccidendo più di due palestinesi ogni 10 minuti. La maggior parte delle vittime civili si è verificata nella Striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania.
L’Osservatorio euromediterraneo per i diritti umani ha dichiarato nel suo comunicato che informazioni confermate indicano l’uccisione di 14 palestinesi all’ora.

Circa un terzo delle vittime sono bambini

Sabato sembra essere il giorno più sanguinoso da quando Israele ha iniziato i bombardamenti. Almeno 310 persone sono state uccise finora. Decine di persone sono state uccise da quando il Ministero della Sanità palestinese ha annunciato questo bilancio.

In media, dal 7 ottobre sono stati uccisi almeno 273 palestinesi ogni giorno. Sembra che l’intensità dei bombardamenti israeliani stia aumentando giorno dopo giorno, e con essa il bilancio quotidiano delle vittime.

La morte “mostra debolezza” nelle donne e nei bambini

Almeno 724 bambini e 458 donne figurano tra le 2.215 persone uccise finora.

Giovedì, prima che fosse emanato l’ordine di evacuazione, il numero delle persone evacuate superava il mezzo milione, mentre 1.690 edifici residenziali erano stati distrutti e altri 14.200 parzialmente danneggiati.

Migliaia di case sono state distrutte e un milione di persone sono state sfollate dalle loro case.

Nello stesso periodo, dal 7 al 12 ottobre, 49 organi di stampa, 59 scuole, 12 moschee e 97 siti industriali sono stati completamente distrutti o danneggiati. I bombardamenti avvengono indiscriminatamente su obiettivi residenziali e militari, e solo una piccola percentuale di questi attacchi viene effettuata mediante attacchi “chirurgici”.

Morte lenta per sete

Non c’è abbastanza acqua a Gaza, mentre stanno finendo anche le riserve idriche fornite dalle Nazioni Unite (UNRWA) al sud di Gaza, che ospita gli sfollati interni. Ora, secondo le Nazioni Unite, quasi un milione di persone sono state sfollate. Se non ci fosse la fornitura di carburante, i tre impianti di desalinizzazione e la rete idrica pubblica non potrebbero funzionare.

L’acqua disponibile in quel momento è impura e la possibilità di malattie trasmesse dall’acqua aumenta drammaticamente. Le interruzioni di corrente a loro volta impediscono il funzionamento delle pompe.

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IL Nazioni Unite Egli avverte che se il carburante non arriverà rapidamente, le persone più vulnerabili tra quelle intrappolate inizieranno a morire di disidratazione. Tra loro ci sono donne, bambini e anziani. Il commissario generale dell’UNRWA Felipe Lazzarini ha affermato che l’acqua è l’ultima ancora di salvezza rimasta per i palestinesi.

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