Da quando le autorità hanno decretato la chiusura della cabinovia Kanin per motivi di sicurezza, è in gioco il futuro della stazione. Solo le grandi aziende possono consentire la riapertura dell’ascensore e la ripresa dell’attività. A meno che la salvezza non arrivi dall’altra parte del confine.
Il comprensorio sciistico Kanin – Sella Nevea vede il suo comprensorio sciistico oltrepassare i confini. Come la zona del San Bernardo o delle Porte del Sole che si estende tra Italia e Francia o Svizzera e Francia, il Kanin collega Italia e Slovenia. Da un lato c’è il villaggio montano di Sella Nevia (Italia), dall’altro c’è il villaggio di Bovec (Slovenia). Quest’inverno la parte slovena della regione si trova in una situazione calda. In questione, una telecabina molto antica collega il paese al fronte innevato. Costruito dalla POMA negli anni ’60, non è più autorizzato a funzionare per motivi di sicurezza. Da diversi anni la Slovenia sta rinnovando le sue stazioni ma Kanin sembra essere un’eccezione. È una delle poche destinazioni montane del Paese a non aver beneficiato del generoso programma di sostegno lanciato dal governo.
Lavoro che non garantisce il finanziamento
Le autorità, però, pensavano di contribuire a finanziare la sostituzione della funivia, ma il tempo stringe: “mesi di lavoro e 30 milioni di euro” Leggiamo sul Messaggero Veneto. Per quest’inverno è già troppo tardi e la cabinovia resterà chiusa. D’altro canto, determinare l’entità dei danni derivanti dalle inondazioni dello scorso agosto potrebbe complicare l’intervento statale. Si prevede di stanziare diversi miliardi di euro per la ricostruzione. Sulla stampa slovena si legge che progetti come quelli relativi alle stazioni sciistiche potrebbero risentirne. Ciò indica anche la negligenza della direzione della stazione, che non aveva previsto questo problema. Il Comune di Bovec potrebbe presto licenziare il direttore della stazione.
L’Italia in soccorso?
Nel frattempo, gli sciatori sloveni non avranno modo di raggiungere le piste della loro località preferita quest’inverno, se non guidando per 45 minuti fino a Sella Nevea. Una parte del comprensorio sciistico sloveno è infatti raggiungibile attraverso la pista italiana. Per ora gli sloveni sono restii ad aprire la loro parte di campo. Non sono sicuro che i loro clienti guiderebbero 45 minuti mattina e sera per raggiungere le piste. Dall’altra parte del confine gli italiani sono cauti nel gestire i flussi di visitatori provenienti dalla Slovenia. Soprattutto si teme un forte calo di presenze se solo la metà dello spazio sarà aperta. I clienti possono fare riferimento ad altre località con piste più numerose.
Illustrazione © Kanin