Gli scienziati studiano da tempo Io, un satellite di Giove, cercando di capire come è organizzato questo “mondo vulcanico”. Le osservazioni dello strumento Juno hanno permesso di confermare i risultati della simulazione con risultati reali Dati.
Io è il luogo più vulcanicamente attivo del sistema solare. Questa attività vulcanica è guidata dal riscaldamento delle maree causato dall’interazione gravitazionale con il gigante Giove e i suoi altri satelliti.
Gli scienziati hanno creato molti modelli satellitari dettagliati nel tentativo di capire cosa spinge questi vulcani. Sulla base dei risultati del lavoro, i ricercatori hanno concluso che se il riscaldamento delle maree colpisce il mantello profondo, i poli del pianeta si riscalderanno più di altri. Se l’astenosfera, lo strato superiore del mantello o l’oceano di magma globale fossero sotto la superficie, l’equatore si riscalderebbe di più.
In precedenza, le osservazioni di Io consentivano solo lo studio dell’equatore, quindi gli scienziati non erano in grado di verificare le loro ipotesi. Ora hanno i dati della missione Juno.
Lo spettrometro JIRAM sulla navicella spaziale Juno è progettato per studiare gli strati superiori dell’atmosfera di Giove nella gamma degli infrarossi ed è stato ora inviato su Io. Confrontando i dati dei sorvoli del satellite Juno, gli astronomi stanno osservando come sta cambiando l’attività vulcanica: quanto spesso i vulcani eruttano, se lo fanno in gruppi o singolarmente, quanto sono luminose e calde queste eruzioni e se la forma del flusso di lava è diversa. mutevole.
La cosa principale è che Giunone osservi i poli di Io. Pertanto, per la prima volta, i ricercatori hanno ora un quadro completo dell’attività vulcanica del satellite. Pertanto, dopo aver studiato il comportamento di 266 vulcani sulla superficie del corpo, gli autori di un nuovo studio hanno concluso che la loro attività è coerente con l’ipotesi dell’esistenza di un oceano di magma globale.
Come spiegano gli scienziati nel loro lavoro, i vulcani polari di Io emettono individualmente meno energia dei vulcani tropicali, e i vulcani antartici emettono in media meno energia dei vulcani artici.
L’idea che esista un oceano di magma globale su Io non è la prima volta (la sua composizione non è ancora chiara, ma si presume che contenga silicati o zolfo). Anche i dati del magnetometro Galileo, che ha sorvolato il satellite nel 2009, hanno mostrato la presenza di un “oceano” a una profondità di circa 50 chilometri sotto la superficie del pianeta. Ma Galileo ha sorvolato Io solo una volta, quindi i ricercatori avevano i loro dubbi. Ora ci sono dati infrarossi dall’intera superficie di questo corpo cosmico e la fiducia nell’esistenza di un oceano di magma è aumentata in modo significativo.
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