Dopo l’accordo tra il governo e i sindacati professionali che rappresentano i dirigenti sanitari, il settore sanitario si è trovato in una fase di stagnazione. Ma questa pacificazione è stata di breve durata a causa del ritorno delle tensioni negli ultimi giorni e dell'attuale sciopero nazionale degli infermieri.
Infermieri e tecnici sanitari non si arrendono e hanno annunciato che guideranno uno sciopero nazionale di tre giorni, da mercoledì a venerdì, per far sentire la loro voce e, soprattutto, per sfidare il governo sulle sue “promesse”.
Lo sciopero colpisce tutti gli infermieri e i tecnici sanitari che lavorano nei centri sanitari e negli ospedali, ad eccezione dei servizi di emergenza, terapia intensiva e recupero, che rimangono una priorità e una responsabilità per questi operatori sanitari.
Giovedì hanno risposto all’appello del Sindacato Infermieristico Indipendente guidando una protesta davanti alla sede del Ministero della Salute. Hanno denunciato la mancata attuazione dell’accordo concluso tra i sindacati e il governo e hanno condannato il mancato adempimento dei suoi obblighi da parte del potere esecutivo.
Oltre all'accordo di base non attuato, che infermieri e tecnici sanitari denunciano, evidenziando quello che chiamano il “deliberato disprezzo” del governo per i verbali dell'accordo firmato, ritengono che altri punti rimangano irrisolti.
Questi punti riguardano l’aumento degli stipendi degli operatori sanitari, la fissazione della data di inizio del pagamento e la promozione di alcune categorie di infermieri. Questo sciopero degli operatori sanitari di fine marzo sembra essere un promemoria inviato al governo prima del 1° maggio, che coincide con la Festa dei Lavoratori.
Ricordiamo che i sindacati sanitari hanno raggiunto un accordo con il governo che prevede un aumento degli stipendi degli infermieri di 1.500 dirham al mese e un compenso aggiuntivo per le guardie e i dirigenti.
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