Appartamento parigino: ex proprietà del fondatore di Celine
Che rapporto potrebbe esserci tra la famosa casa di moda Celine e il diplomatico italiano? A priori niente. Sono però indirettamente collegati da una felice coincidenza del destino, poiché si trovano al terzo piano di un bellissimo palazzo risalente agli anni Sessanta del Cinquecento.H zona, a Parigi. Al vostro arrivo, sarete accolti da una targa: Questo appartamento è stato lasciato in eredità alla Repubblica Italiana in riconoscimento della competenza dei lavoratori italiani che hanno contribuito al successo di Celine, firmato da M. e Madame Richard Vibiana. Quando Celine Vibiana morì nel 1997, non dimenticò i suoi artigiani del Chianti, il cui talento nella lavorazione della pelle l’ha aiutata a rendere le scarpe popolari in tutta Parigi… Questa donazione ha così permesso allo Stato italiano di concederle un Rappresentante Permanente presso l’OCSE. Le sistemazioni formali non hanno eguali, certamente nel loro fascino ma anche nella loro età.
Era necessario un restauro, iniziato sotto la guida dell’ambasciatore Antonio Bernardini e proseguito dal suo successore, l’ambasciatore Luca Sabatucci, sotto la guida dell’architetto napoletano Seti Grammatica, già avvezzo ai cantieri dei più prestigiosi indirizzi parigini in trans- Diplomazia alpina.
Eccellenza italiana in un appartamento parigino
Ovviamente non stai ristrutturando l’appartamento di un ambasciatore come l’appartamento di un cliente abituale. Accordi, trattati e altre convenzioni della massima importanza verranno probabilmente discussi tra le quattro mura di queste stanze dove a volte è in gioco il futuro della cooperazione internazionale. In altre parole, i dettagli non vengono sottovalutati e l’arredamento qui diventa un vero e proprio equilibrio. Cetty Grammatica ha ben integrato tutto questo fin dall’inizio del progetto, senza abbandonare il gusto e l’intenso desiderio di rendere questo appartamento una meravigliosa vetrina del Made in Italy: “ Anche l’arredo e l’architettura hanno una missione diplomatica perché raccontiamo la cultura di un Paese attraverso la conoscenza. Ogni paese usa l’arte anche per rivelare ciò che sa fare meglio, soprattutto un paese come l’Italia. Innanzitutto ho voluto coinvolgere le migliori aziende italiane, che sono state felici di partecipare a questo restauro, e poi ho voluto scegliere pezzi meravigliosi realizzati da italiani, senza dimenticare che ogni mia scelta contiene un messaggio tattico che la nazione vuole trasmettere. È una grande responsabilità! » Da qui, ad esempio, la presenza del divano Marta Sala Éditions, un elemento cruciale: bianco, in segno di pace, abbastanza rotondo per essere confezionato, ma abbastanza strutturato per garantire comfort, e ovviamente contemporaneo per valorizzare l’artigianato esistente. Brianza.
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