Il Kenya, la famosa savana del silicio, sta attraversando un periodo in subbuglio nel suo panorama tecnologico. Aziende importanti come Cellulant, Twiga, Wasoko e MarketForce hanno recentemente dovuto affrontare interruzioni che vanno da licenziamenti, contrazioni e ricalibrazione strategica. Ciò solleva domande cruciali sulla traiettoria dell’ecosistema tecnologico del paese.
Nonostante la sua storia di finanziamenti relativamente ingenti, la scena tecnologica keniota è a un bivio, il che richiede un esame più attento delle sfide precise con cui è alle prese e delle strategie necessarie per riprendersi. Sotto la superficie degli apparenti intoppi si celano sfide sottili e il potenziale per rivitalizzare il panorama tecnologico, credono gli addetti ai lavori.
“Dobbiamo tornare alle origini”, ha detto a WT Mbugua Ngehia, un imprenditore e costruttore keniano con oltre 20 anni di esperienza nel settore tecnologico.
L’ecosistema delle startup tecnologiche del Kenya è stato un attore importante in Africa, attirando una quantità significativa di finanziamenti e attenzione come parte delle cosiddette “Big Four” insieme a Egitto, Sud Africa e Nigeria.
L’anno scorso, il Kenya è emerso come la principale destinazione per gli investimenti in capitale di rischio in Africa, con 522 milioni di dollari raccolti in 84 accordi, come mostra il rapporto di WT “Deciphering Venture Capital in Africa – 2023”.
Ciò ha coronato un boom di mezzo decennio durante il quale gli investimenti tecnologici nel paese hanno superato i 2 miliardi di dollari, secondo i dati WT Elite. Tuttavia, i recenti disordini dipingono una storia diversa.
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