Un nuovo rapporto scientifico evidenzia le preoccupazioni dei consumatori riguardo ai residui di pesticidi negli alimenti, fornendo nuove prove del fatto che lavare la frutta prima di mangiarla non rimuove molte sostanze chimiche tossiche comunemente utilizzate in agricoltura.
L’articolo, pubblicato mercoledì sulla rivista Nano Letters dell’American Chemical Society, arriva nel mezzo di un dibattito in corso sull’entità della contaminazione alimentare da pesticidi e sui potenziali rischi per la salute associati a una dieta coerente che includa residui di pesticidi.
L’obiettivo principale del nuovo articolo è condividere i dettagli tecnici della procedura sviluppata dagli autori per migliorare la rilevazione di tracce di pesticidi negli alimenti. Ma i ricercatori hanno affermato che la scoperta di base sull’inefficacia del lavaggio della frutta è importante per i consumatori che potrebbero fare affidamento su pratiche di sicurezza alimentare inadeguate.
“I tradizionali processi di pulizia della frutta non possono rimuovere completamente i pesticidi”, afferma il rapporto.
Quando hanno utilizzato questa tecnica per esaminare una mela, ad esempio, “i risultati dell’imaging hanno mostrato che i pesticidi penetrano nello strato della buccia e nel midollo”, hanno detto i ricercatori.
Utilizzando la tecnologia da loro sviluppata, i ricercatori hanno affermato di aver scoperto che la contaminazione da pesticidi diminuiva quando la buccia delle mele veniva rimossa insieme a parte dello strato di polpa.
I rischi per la salute derivanti dai pesticidi sono stati documentati in numerosi studi, ma la maggior parte riguarda l’esposizione professionale piuttosto che la dieta. L’USDA e la FDA sostengono che i residui di pesticidi negli alimenti generalmente non costituiscono un problema per la salute se rientrano nei limiti legali.
Entrambe le agenzie monitorano da decenni i livelli di residui di pesticidi negli alimenti e riferiscono i loro risultati ogni anno.
Nell’ultimo rapporto del Pesticide Data Program dell’USDA, l’agenzia ha affermato che il 99% degli alimenti testati presentavano residui entro i limiti legali e quindi “non rappresentano rischi per la salute dei consumatori e sono sicuri”. Ciò differisce dai risultati di Consumer Reports, che ritiene troppo elevati i limiti utilizzati dal governo.
L’USDA ha affermato che oltre il 72% degli oltre 10.000 campioni alimentari contenevano residui rilevabili di pesticidi.
Con informazioni da The Guardian
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