Il vicepresidente iraniano Mohammad Javad Zarif si è dimesso, lasciando il governo del presidente Masoud Pezeshkian a soli 11 giorni dalla sua nomina.
Il politico moderato ha dichiarato sulla sua piattaforma “X”: “Non sono soddisfatto del mio lavoro e mi dispiace di non essere riuscito a soddisfare le aspettative”.
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Zarif ha lasciato intendere che la ragione della sua decisione è stata la scelta dei ministri nel nuovo governo Pezeshkiano.
Zarif ha affermato che almeno sette dei 19 ministri nominati non erano la sua prima scelta.
Il ritiro di Zarif è la seconda crisi che Pezeshkian affronta da quando è entrato in carica alla fine di luglio, dopo l’assassinio del leader del movimento palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran.
Zarif è stato il braccio destro di Pezeshkian durante la sua campagna presidenziale e, grazie alla sua popolarità, ha anche giocato un ruolo chiave nella vittoria di Pezeshkian.
Tuttavia, dopo le elezioni, Zarif e un gruppo di esperti avrebbero dovuto compilare una lista di candidati per posizioni governative che avrebbero attuato le riforme promesse.
Domenica Pezishkian ha presentato una lista che secondo gli osservatori non si adatta ai piani e alle promesse di riforma.
Gli osservatori ritengono che il movimento estremista conservatore iraniano abbia imposto a Pezeshkian alcuni ministri.
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Zarif è stato anche per Pezeshkian una delle figure chiave nell’attuazione della sua nuova linea di politica estera.
Zarif è stato capo diplomatico del paese tra il 2013 e il 2021 ed è riuscito a concludere l’accordo internazionale sul nucleare con sei potenze mondiali nel 2015 in qualità di capo della squadra negoziale dell’Iran.
Pezishkian ha espresso la speranza di riprendere i negoziati sul nucleare con la sua nuova squadra diplomatica in modo che le sanzioni che stanno paralizzando l’economia iraniana possano essere revocate.
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