Ho esitato prima di scrivere questo articolo perché sono da tempo sensibile alla questione palestinese. Tuttavia, l’attacco di Hamas del 7 ottobre mi ha profondamente scioccato.
L’organizzazione terroristica ha massacrato civili israeliani, inclusi neonati, bambini e anziani. Queste erano persone innocenti che venivano liquidate per instillare paura.
Non riesco a spiegare perché i palestinesi non prendano le distanze da un attacco che ostacolerebbe la loro causa almeno per il prossimo decennio. Ma i bombardamenti nella Striscia di Gaza mi hanno ricordato che da decenni essa soffre dell’oppressione israeliana. Hanno subito anche alcuni massacri contro i loro residenti, tra gli altri, a Sabra e Shatila.
L’uccisione di migliaia di civili palestinesi e israeliani negli ultimi giorni è uno shock e non incoraggia le persone a scegliere da una parte o dall’altra, come vorrebbero alcuni paesi e politici. La compiacenza del mondo occidentale nei confronti di Israele e l’arroganza del mondo arabo nei confronti dello Stato ebraico non sono di buon auspicio per la pace.
Difesa e presenza
Il sostegno incondizionato che gli Stati Uniti forniscono a Israele è forse la ragione principale per cui in Medio Oriente esiste una polveriera permanente.
L’amministrazione statunitense ha immediatamente risposto agli attacchi contro Israele dichiarando il proprio diritto alla difesa, pur tacendo sulla creazione di colonie terrestri in Cisgiordania e sulle eccessive restrizioni imposte alla Striscia di Gaza.
Il sionismo prevale ai massimi livelli del governo israeliano senza essere denunciato dall’Occidente. È l’esistenza stessa dei palestinesi ad essere in gioco senza che noi sentiamo gli Stati Uniti dichiarare il diritto della Palestina all’esistenza.
Israele occupa illegalmente i territori senza rispettare numerose risoluzioni delle Nazioni Unite che gli impongono di ritirarsi o decolonizzare.
Il comportamento di Israele e degli Stati Uniti non può servire da scusa per le atrocità di Hamas, ma ci permette di comprendere l’angoscia e il risentimento che animano i palestinesi.
Se gli ebrei non possono andare in nessun posto diverso da Israele per vivere in sicurezza, i palestinesi devono avere uno stato proprio.
vivi in pace
Anche se alcuni sostengono che Israele sia uno stato illegittimo, ora è uno stato di fatto che non scomparirà. Il mondo arabo deve riconoscerlo sulla base delle sue terre d’origine.
La comunità internazionale deve contribuire rapidamente a definire i confini dello Stato palestinese.
Le colonie informali devono essere smantellate sotto la pressione degli Stati Uniti e dei loro alleati.
La richiesta di un cessate il fuoco e la ripresa dei negoziati di pace devono essere al centro delle preoccupazioni del governo canadese.
Infine, non dovremmo permettere che Israele metta le istituzioni internazionali sotto il suo controllo, come ha voluto fare chiedendo la partenza del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, dopo la comprensione da lui dimostrata nei confronti delle lamentele dei palestinesi!
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