18 anni fa, oggi, l’Italia aggiungeva una quarta stella alla propria maglia vincendo la Coppa del Mondo 2006 ai rigori drammatici.
“Il resto è storia”, dicono, ma forse non è tutto. Tutti possiamo facilmente immaginarlo Ricorda il calcio di rigore calciato da Fabio Grosso Grida guardando il cielo. E a schiacciare è anche il bellissimo gol di Alex Del Piero in semifinale Germania Nel loro cortile. O, analogamente, il gol di Francesco Totti negli istanti finali del match Australia Dopo aver giocato quasi metà partita, è un giocatore in svantaggio.
Ma come nelle grandi battaglie e nei momenti storici, c’era chi combatteva al fianco degli eroi, spesso facendo il “lavoro sporco” o tenendo i fili e rafforzandoli quando le pressioni aumentavano.
Nel cammino dell’Italia verso la vittoria, è essenziale abbracciare il quadro generale Un bellissimo momento nel tempoEcco quattro giocatori che dobbiamo ricordare quando ricordiamo quello che potrebbe essere stato il giorno più bello della vita di un tifoso italiano.
Simone Baroni
Baroni ha giocato solo due volte durante il torneo, ma in quelle due partite ha avuto la profondità per arrivare lontano. Nei minuti trascorsi contro Repubblica Ceca e Ucraina, il centrocampista correndo da un’area all’altra ha contribuito a rafforzare le difese di Marcello Lippi. Ha anche aggiunto un ulteriore livello per proteggere il vantaggio dell’Italia quando Mauro Camoranesi è stato sostituito contro i cechi, e Andrea Pirlo è rimasto a riposo mentre batteva l’Ucraina nei quarti di finale. La prestazione di Baroni non è stata eccezionale e in questo caso era quello che ci voleva.
Filippo Inzaghi
Leggenda del club e sesto nella classifica dei migliori marcatori italiani di tutti i tempi, non fu il primo ad essere scelto da Lippi titolare, dato che all’epoca aveva 33 anni. L’ascesa di Luca Toni lo ha visto scendere in panchina, ma la sua unica presenza è sfociata in un gol contro la Repubblica Ceca, diventando così il giocatore italiano più anziano a segnare in un Mondiale. È stato un gol straordinario, che ha superato il 24enne Petr Cech chiudendo la fase a gironi con una vittoria sicura.
Vincenzo Iaquinta
Dopo essere entrato al 64′ come sostituto di Alberto Gilardino nella prima partita del torneo, Iaquinta riceve un pallone alto da Pirlo, si sbarazza di Samuel Kufuor e poi, al 25′, dopo essere entrato in campo, aggira il portiere. sostituire. Iaquinta divenne un elemento chiave della Nazionale italiana, partecipando altre cinque volte a quel torneo, dopo aver segnato il gol più importante della sua carriera. Ha addirittura sostituito Simone Perrotta mezz’ora prima della fine dei tempi regolamentari. È un classico numero 9 che mette tutto in gioco per il suo Paese.
Simone Perrotta
Camoranesi era il cuore pulsante dell’Italia di Lippi. Camoranesi giocava su un lato della linea offensiva di coach Hakim, spingendolo in avanti per dare più dinamismo alla fascia destra. D’altra parte, l’esterno di origine inglese ha aggiunto il coraggio e la determinazione necessarie per vincere il trofeo più prestigioso del calcio. È stato il terzo giocatore più attivo a centrocampo con 668 minuti, dopo solo Pirlo e Fabio Cannavaro. In riconoscimento dei suoi sforzi, viene commemorato con una statua nella sua città natale di Ashton-under-Lyne al Tameside Stadium.
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