Uno studio scientifico individua nel Mediterraneo le zone più vulnerabili alle tempeste mediterranee | Tempo arabo

Meteo arabo – Le statistiche preparate dal ricercatore italiano Daniele Bianchino sulle tempeste del Mediterraneo hanno rivelato le aree più vulnerabili alla formazione di questo raro fenomeno meteorologico, noto anche come tempeste del Mediterraneo o tempeste del Mediterraneo. La statistica relativa al periodo dal 1976 al 2017 mostra, utilizzando una mappa basata sulle sfumature del blu, le zone con la più alta probabilità che si formino queste tempeste.

Secondo i dati, le zone blu scuro sembrano essere le più sensibili a questo fenomeno, mentre la probabilità diminuisce man mano che il colore diventa azzurro. Le zone più colpite includono il Mediterraneo centrale, in particolare il Mar Ionio, dove condizioni meteorologiche e geografiche adeguate in termini di superficie acquatica concorrono allo sviluppo di questo tipo di tempesta.

La storia dimostra la validità dello studio e la regione del Mediterraneo centrale è stata testimone di molte tempeste.

Va notato che storicamente il Mar Mediterraneo è stato esposto a fenomeni meteorologici (tempeste mediterranee), alcuni dei quali hanno raggiunto la forza di un ciclone tropicale di primo grado. Forse l’esempio più chiaro di uragani nel Mediterraneo è quello che accadde a metà gennaio del 1995, quando un uragano si formò nel Mediterraneo centrale, nella regione marittima tra Italia, Grecia e Libia, che è la stessa area indicata nello studio come il più attivo nelle tempeste del Mediterraneo. Quasi queste stesse aree marine hanno visto anche la formazione di un uragano mediterraneo nel 2014, denominato Tempesta Kandrissa, che ha interessato soprattutto le due parti della Sicilia e Malta, con forti piogge, grandinate e forti raffiche di vento che hanno raggiunto velocità di 150 km orari.

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I bacini freddi superiori costituiscono il nucleo delle tempeste mediterranee

Le masse d’aria fredda provenienti da nord sono considerate il fattore principale nella formazione di tali sistemi meteorologici, in quanto l’incontro di quest’aria fredda con l’aria umida e calda proveniente da sud crea una depressione superficiale, in concomitanza con il riscaldamento dell’acqua del mare a più di 20 gradi Celsius, oltre alla presenza di condizioni meteorologiche estremamente turbolente.

Il riscaldamento del Mar Mediterraneo è considerato un ambiente fertile per la formazione delle tempeste mediterranee nel prossimo autunno. Qual è il ruolo dei cambiamenti climatici?

Le tempeste mediterranee sono fenomeni meteorologici simili ai cicloni tropicali che si verificano nel Mar Mediterraneo. Il nome “medicina” deriva dalla combinazione delle parole “Mediterraneo” (Mediterraneo) e “harricane” (tornado). Queste tempeste hanno caratteristiche simili ai cicloni tropicali, come occhi calmi e forti venti che circondano il centro. La temperatura del mare è considerata un combustibile per la formazione di questo tipo di condizioni atmosferiche, ma richiede condizioni meteorologiche particolari come la separazione del bacino freddo superiore dalla circolazione generale della corrente a getto e la sua permanenza sull’acqua per un lungo periodo fino a quando non inizia ad acquisire caratteristiche che ricordano quelle tropicali.

E Dio lo sa meglio.

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