All’ordine del giorno in Israele c’è il ministro della Difesa Yoav Gallant, che nel suo discorso televisivo ha messo in discussione le opinioni del governo del dopoguerra sulla Striscia di Gaza.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Galant ha espresso il suo disappunto per il fallimento del governo nel risolvere la questione dei piani postbellici a Gaza.
In un raro segno di disaccordo all’interno del gabinetto di guerra israeliano sulla direzione dell’azione militare, Gallant ha invitato il primo ministro Benjamin Netanyahu a dichiarare pubblicamente che Israele non ha intenzione di assumere il controllo civile e militare di Gaza.
“Ho sollevato continuamente la questione in Consiglio dei Ministri da ottobre e non ho ricevuto risposta”, ha detto Gallant. Questa è stata la prima conferenza stampa di Gallant da mesi e la critica più dura da parte di un membro del gabinetto di guerra israeliano dall’inizio della guerra il 7 ottobre.
Il Jerusalem Post ha commentato che la mossa di Gallant “ha scatenato una tempesta politica”, e il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto duramente, dicendo che “non era pronto a sostituire Hamastan con Fatehistan”, riferendosi ai movimenti palestinesi rivali Hamas e Fatah.
La reazione più dura a Gallant è arrivata dai suoi partner di governo. Figure di estrema destra nel governo di Netanyahu hanno chiesto il licenziamento di Gallant.
Il Times of Israel, uno dei principali giornali israeliani, ha riferito delle discordie all’interno del governo con il titolo “I politici di estrema destra chiedono il licenziamento di Gallant per aver sfidato il Primo Ministro sul futuro di Gaza”.
In un videomessaggio, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha chiesto a Netanyahu di presentare al Consiglio dei ministri una risoluzione che respinga la partecipazione dell’Autorità palestinese in Cisgiordania alla gestione della costa dopo la guerra, e di licenziare Gallant se non agirà.
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